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Oggetto di questo volume del Commentario è la fase introduttiva del processo ordinario di primo grado, momento cruciale non soltanto per una corretta impostazione del procedimento in funzione di una pronuncia sul merito della controversia, bensì anche, da una prospettiva più generale, per la sua capacità di caratterizzare la struttura complessiva di un certo modello processuale e di esprimere le ragioni di policy processuale che lo fondano. Non stupisce, pertanto, che proprio questa fase sia stata ampiamente interessata dalle numerose riforme e «contro-riforme» che, dal secondo dopoguerra ad oggi, hanno costellato la giustizia civile italiana e che, nello specifico contesto qui considerato, hanno avuto per indiscusso protagonista l'inasprimento (e, a seguire, il ri-affievolimento) degli oneri decadenziali posti a carico del convenuto al momento della sua costituzione in giudizio. Nessuna di queste riforme ha però saputo (né, del resto voluto) riconfigurare la fase introduttiva del procedimento ordinario in maniera realmente innovativa, tant'è che per molti aspetti essa risulta ancora connotata da meccanismi (come quello della citazione) forieri di inutili complicazioni e rallentamenti nell'avvio della causa. Anzi, la stratificazione di interventi normativi creatasi negli anni ha talvolta addirittura peggiorato la situazione, generando difetti di coordinamento e rendendo l'interpretazione delle norme «novellate» (si pensi soltanto agli art. 164 e 171) fonte di nuove incertezze solo in parte dissipate dalla alluvionale (e non di rado ondivaga) giurisprudenza formatasi su di esse. Il volume risponde dunque all'esigenza di fornire al lettore un quadro d'insieme in cui all'illustrazione dell'evoluzione che nel tempo ha riguardato il contenuto di molte delle norme in esame si accompagni un'esaustiva analisi della loro ratio e dei molteplici problemi da esse cagionati a livello applicativo, segnalando e sottoponendo a vaglio critico le diverse soluzioni prospettate in dottrina e in giurisprudenza e, se del caso, proponendone di nuove, ritenute più corrette e ragionevoli.